Relazioni May December: possono durare le relazioni con grande differenza...
Leggi di piùFin dall’antichità l’uomo ha praticato il poliamore in totale libertà e nel rispetto di tutte le persone coinvolte nella relazione. Sia nell’Antica Grecia che nell’Antica Roma, oltre che in parecchi paesi del Medio Oriente era consuetudine diffusa la poliginia. Una scelta di vita che non solo era accettata e tenuta in considerazione dalla società, ma che in taluni casi era addirittura incoraggiata.
Con questo termine ci si riferisce ad uno stile relazionale non-monogamo caratterizzato da una situazione sentimentale consensuale in cui almeno uno dei partner coinvolti intrattiene relazioni sentimentali con più persone contemporaneamente. Rientra sotto l’ombrello delle non-monogamie etiche consensuali e regolate, in cui si annoverano anche la coppia aperta, lo scambismo e l’anarchia relazionale.
Ognuna di queste forme relazionali implica una gestione consapevole della gelosia e rifiuta categoricamente l’idea che l’esclusività sessuale o sentimentale sia un ingrediente indispensabile per costruire rapporti profondi ed impegnati nel lungo termine. Come si può facilmente dedurre, questi modelli relazionali sono caratterizzati da etica, fedeltà e lealtà e perciò non comprendono le relazioni clandestine e adulterine.
Le relazioni poliamorose sono fondate sul consenso di tutte le persone coinvolte, che devono essere informate delle situazioni sentimentali e sessuali in cui si trovano inserite. L’accettazione di tutte le parti implica obbligatoriamente una necessità di comunicazione trasparente tra i vari partner nel rispetto dei sentimenti di ognuno.
In merito ne ha parlato attivamente anche Jacques Attali, noto economista francese, secondo cui in un non troppo lontano futuro la monogamia diverrà un anacronismo, mero residuo di imposizioni barbare e superate. L’autore di ‘Amori’ vede in questo modello relazionale non solo un vuoto avanguardismo fine a se stesso, ma un’opportunità per ottenere una maggiore libertà emotiva attraverso la quale far evolvere la società.
La pensava diversamente Zygmunt Bauman, filosofo e sociologo polacco, che nel suo ‘Amore liquido’, pur accettando e condividendo la medesima idea di Attali, secondo la quale in futuro ci saranno relazioni multiple e contemporanee, questo mutamento dello stile relazionale non rappresenterà per la società una nuova conquista alla libertà emotiva e sentimentale, bensì una deriva dei concetti stessi di amore e di coppia.
Benché siano spesso confuse fra di loro, il poliamore e la coppia aperta sono modelli relazionali completamente differenti. Mentre nel primo si riscontra una libertà non semplicemente sessuale, ma anche emotiva e sentimentale caratterizzata dal beneplacito di potersi legare anche in maniera affettiva a più persone contemporaneamente; il secondo modello relazionale si caratterizza soltanto per una libertà di tipo sessuale ed erotica, consistente nel poter avere più relazioni sessuali alla volta restando fedeli sentimentalmente ad un unico partner.
Recentemente, ho avuto in seduta da me Valentina e Edoardo, due giovani che per “smuovere” un po’ le cose e cercare di smorzare la noia subentrata dallo stare insieme per cinque lunghi anni, hanno deciso di comune accordo di “aprire” la coppia a più esperienze sessuali. Mi hanno raccontato di come hanno trovato appagamento nel far entrare nella coppia un terzo elemento, confinato, però, nella sola sfera erotica. Altre coppie, invece, si sono viste costrette a concedere al proprio partner la libertà di frequentare sessualmente altre persone.
Una decisione che in taluni casi si è rivelata positiva ed ha effettivamente contribuito a migliorare un momento delicato di stallo emotivo, ma che in altri casi si è rivelata una scelta disastrosa e molto sofferta. È il caso di Giovanni e Martina che, decidendo di frequentare singolarmente altre persone dal punto di vista sessuale, hanno riscontrato però numerosi problemi che hanno condotto la loro relazione ad una situazione ancora più gravosa e complessa di quella riscontrata in partenza. Il disagio maggiore lo avvertiva soprattutto uno dei due componenti della coppia, ovvero Giovanni, il quale possedeva una difficoltosa gestione della gelosia nei confronti di Martina, che spesso evolveva e sfociava in possessività.
Contrariamente a quanto si è portati a pensare, i modelli relazionali non monogamici come il poliamore non entrano in combutta con il concetto stesso di fedeltà. Benché caratterizzati da dinamiche inusuali e diverse rispetto a quelle presentate dall’amore monogamo, si avvalgono delle medesime regole contrattuali: rispetto reciproco, fiducia, fedeltà e comunicazione chiara e trasparente.
Inoltre, ricalcando quanto avviene nelle relazioni monogame, anche le relazioni poliamorose richiedono una certa dose di impegno, perseveranza, pazienza e compromessi da ambo i lati. Anzi, in un’ottica ove tutto ciò è duplicato, se non triplicato, all’individuo che si ritrova ad avere due o tre relazioni parallele è richiesto un impegno molto maggiore per poterle portare avanti dedicando loro il giusto spazio e tempo.
Nessuno è più importante di nessuno. Nessuno possiede nessuno. In questo tipo di relazioni vige una libertà anche di tipo emotivo, che tocca un livello strettamente personale ed intimo. Si rinnega a gran voce quell’arcaico stigma collettivo che vuol due persone appartenersi vicendevolmente, e si rifiuta la pressione sociale che costringe ad operare una scelta tra l’amare una o l’altra persona. Un tipo di modello relazionale e sentimentale che non a caso viene anche definito “amore libero”. Libero da regole, retaggi e limiti di qualsiasi sorta e natura e che si colloca agli antipodi con quel tipo di amore tossico tipico della dipendenza affettiva.
Durante le mie sedute sono solita tenere lezioni su amore ed affettività, con il preciso scopo di aiutare il singolo o le coppie a fare chiarezza nella loro vita sentimentale e sessuale. È emerso che tutto ciò favorisce una migliore comunicazione ed una più chiara delimitazione dei labili confini che esistono tra gelosia sana, attaccamento patologico e possessività.
Sebbene la questione sia tuttora argomento di dibattito, la verità si trova un po’ nel mezzo: alcune persone assorbono questo schema relazionale attraverso l’educazione, altre possiedono una predisposizione naturale alla non-monogamia. Come già visto, lo schema poliamoroso richiede impegno ed un’attenzione particolare al consenso firmato e alla comunicazione tra partner, che spesso va appresa. Tuttavia, è possibile cambiare il proprio orientamento relazionale nel corso del tempo e in virtù di questo possono contribuire le esperienze ed i vari incontri in cui ci si imbatte nella vita.
Esistono diverse tipologie di relazione poliamorosa, ma fra le più diffuse si annoverano senza alcun dubbio la triade e la relazione a “V”. Nella prima tre persone (ma in alcuni casi anche di più) risultano impegnate sentimentalmente le une con le altre, ed esistono quindi relazioni affettive e sessuali multiple scandite da una sana condivisione dei partner coinvolti. Nella relazione a “V”, invece, uno solo dei tre elementi coinvolti possiede due relazioni parallele. Le altre due persone (che sono perciò a tutti gli effetti monogame) sono semplicemente accomunate dal fatto di condividere il medesimo partner, e si definiscono tra loro meta-partner.
Ho avuto la fortuna ed il privilegio di avere in seduta una triade, ma anche tre persone che vivevano una relazione poliamorosa a “V”. Nel primo caso, Marco, Sara e Luca mi hanno confidato di aver trovato in questo modello relazionale la loro dimensione. Hanno affermato di aver scoperto lati nascosti della propria personalità e si sono resi conto di possedere una forza d’animo che li ha portati ad amare incondizionatamente, fino a consentire loro di accantonare definitivamente la pericolosità di un sentimento dannoso come la gelosia.
Nella loro triade ho evidenziato rapporti indissolubili scanditi da amore e rispetto reciproco, ove ognuno degli elementi ama e si sente profondamente legato agli altri due. Una relazione innestata completamente sulla libertà emotiva e sessuale, ed in cui s’inserisce anche la bisessualità.
Diversamente è accaduto per Marta, Ilaria e Paolo, tre ragazzi che erano legati da una relazione poliamorosa secondo il modello a “V”. L’elemento poliamoroso era di fatti Paolo, che ha scoperto solo in età adulta la sua innata inclinazione a poter provare sentimenti per più di una persona contemporaneamente. Paolo iniziò una relazione monogama con Marta fin quando, due anni dopo, non si innamorò anche di Ilaria. Decise, perciò, di non interrompere la sua precedente relazione con Marta ma di cominciarne un’altra parallela con Ilaria, informando entrambe le ragazze.
Benché mosso da sani propositi, la scelta di Paolo non ha portato i risultati sperati: pur credendo in questo modello relazionale, mi ha confidato di essersi pentito di aver cominciato un’altra relazione parallela con Ilaria. Nonostante gli sforzi, le due ragazze hanno riscontrato grandi difficoltà a gestire la gelosia, vedendosi successivamente costrette ad uscire dalla relazione. Sia Paolo, che Ilaria che Marta hanno definito il loro “esperimento poliamoroso” un’esperienza del tutto infruttuosa, disagevole e parecchio travagliata.
Da tutto ciò si evince che, sebbene questi modelli relazionali siano del tutto possibili e legittimi, non fanno per tutti. È giusto sperimentare in tal senso, senza mai arrivare però a mettere da parte per qualcuno i propri bisogni.
Qualora anche tu sentissi il bisogno di affrontare insieme ad un professionista questa problematica o altre di varia natura non esitare a contattarmi o a raggiungermi in sede per un primo colloquio conoscitivo totalmente gratuito e senza impegno.
Dott. Cristiana Prada, Psicoterapeuta e Sessuologa
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